Di per sé, l’albero non è propriamente un
motivo cosmologico, perché è innanzi tutto un elemento naturale che, per le sue
caratteristiche, ha assunto una funzione simbolica. L’albero, in quanto tale,
si rigenera sempre con il passare delle stagioni: perde le foglie, secca,
sembra morire, ma poi ogni volta rinasce e recupera il suo splendore. Per
queste sue caratteristiche, esso diventa non solo un elemento sacro, ma
addirittura un microcosmo, perché nel suo processo di evoluzione rappresenta e
ripete la creazione dell’universo. Inoltre, proprio per la sua estensione sia
verso il basso sia verso l’alto, questo elemento ha finito inevitabilmente per
assumere una valenza cosmologica, andando a costituire il perno dell’universo
che attraversa cielo, terra e oltretomba e che funge da collegamento tra le
zone cosmiche.
Per questo, sono molte le popolazioni che nella
propria cosmologia concepiscono l’esistenza di un albero sacro come asse del
mondo. Tra queste, le popolazioni antiche europee testimoniano, nella religione
e nella mitologia, una presenza massiccia di questo motivo.
La Bibbia
La Bibbia
Un primo esempio lampante ci viene dalla Bibbia, dove si parla dell’albero della
conoscenza del bene e del male posto al centro dell’Eden. È importante
sottolineare che l’albero, in questo caso e negli altri che verranno esposti,
si fa portatore anche della simbologia del centro, il luogo sacro per
eccellenza, poiché è l’inizio e la fine di tutte le cose e sede dell’ordine
cosmico. È proprio il centro il luogo di intersezione delle tre sfere cosmiche
(cielo, terra e oltretomba), dove è possibile passare da una regione all’altra
dell’universo. Per questo, solo pochi eletti riescono ad accedere a questo
punto particolare, e non senza aver superato molte prove e difficoltà. Uno di
questi ostacoli può essere rappresentato proprio dal custode dell’albero, che
nella Genesi è il serpente tentatore
di Adamo ed Eva. L’albero della conoscenza giocherà un ruolo centrale anche
nelle vicende che riguardano la morte del Cristo: esiste infatti una leggenda
cristiana che vuole che il legno della croce di Gesù coincida con quello
dell’albero edenico. E, guarda caso, questa stessa leggenda fa corrispondere il
punto della crocifissione del Cristo con il centro del mondo, dov’era stato
creato e sepolto Adamo. Dunque la croce di Cristo, instaurando una continuità
con l’albero edenico, si configura per i cristiani come sostegno dell’universo
e incorpora così il motivo dell’albero come asse del mondo che collega il
cielo, la terra e l’aldilà.
La tradizione celtica
Adamo ed Eva colgono il frutto proibito dell'albero |
La tradizione celtica
Sempre rimanendo in ambito europeo, ci sono
molti altri esempi di culture che, pur non essendo cristiane, presentano il concetto
di albero cosmico nel proprio folklore. Nell’area celtica troviamo due specie
arboree che assumono questo ruolo: la quercia e il frassino. In Gallia, la
quercia è considerata la regina della foresta, perfetta, forte dei suoi
imponenti rami e salda nelle sue ancor più grandi radici, per questo
simboleggia la salda protezione e la forza primordiale, nonché l’abilità di
sopravvivere. Tali attributi associati alla quercia non derivano però dalle sue
caratteristiche naturali, ma da Giove, divinità a cui quest’albero è
strettamente legato. La quercia, infatti, si presta bene a rappresentare la
maestosità e la forza del dio romano supremo, il cui culto era diffuso anche
tra i Celti gallici. Anche il frassino, chiamato Necht, rappresenta il motivo
dell’albero cosmico, poiché possiede radici che penetrano molto in profondità
nel terreno e rami spessi e forti. Per questa sua immagine di molteplicità e
robustezza, nella mitologia celtica e norvegese il frassino è ritenuto lo
specchio del mondo e dell’universo, poiché in quanto asse del mondo la sua
estensione abbraccia gli inferi, la terra e il cielo. Esso è dunque un
microcosmo, poiché riproduce in scala ridotta la struttura di tutto l’universo.
Yggdrasill, l'albero cosmico dei Germani
Yggdrasill, l'albero cosmico dei Germani
Parlando del frassino, non si può non
menzionare Yggdrasill, l’albero cosmico che sostiene tutti e nove i mondi
dell’universo germanico che veicola una complessa simbologia. Yggdrasill ha tre
radici, ma sulla loro collocazione vi sono tradizioni discordanti. Secondo il
poema Grímnismál, contenuto nell’Edda
poetica, la prima radice finisce nel regno di Hel, l’oltretomba, la seconda
a Jötunheimr, dove dimorano i
giganti della brina, e la terza a Midgardr, il mondo degli umani. Il Gylfaginning
dell’Edda in prosa, invece, afferma che la prima radice va a Niflheimr,
la regione infera dove si trova la sorgente Hvergelmir, la seconda a Jötunheimr
(come dice anche il Grímnismál)
e la terza ad Asgardr, presso la dimora celeste degli dèi Asi. In ogni caso, le
tre radici non indicano tre zone terrestri, ma tre differenti modi di essere
che si esplicano nei regni cosmici degli inferi, della terra e del cielo.
Un’altra particolarità di Yggdrasill è la presenza minacciosa di un’abbondante
fauna: lo scoiattolo Ratatoskr
sale e scende lungo il tronco, sui rami sta appollaiata un’aquila che con il
suo battito d’ali origina i venti, cinque cervi e una capra brucano le sue
chiome e otto rettili, simili a draghi, rodono le sue radici. Tra questi, gli
animali più rilevanti sembrano l’aquila e il più terribile dei rettili,
Nidhöggr, che si scambiano vicendevolmente degli insulti attraverso lo
scoiattolo Ratatoskr, che funge da messaggero. È proprio questo roditore il
mezzo attraverso cui si sviluppa il conflitto tra cielo e terra, simboleggiato
dagli screzi tra l’aquila e il rettile. Tutti questi animali mostrano la
fragilità di quest’albero, che non è immune alla progressiva erosione della
fauna e soprattutto del tempo. Quando Yggdrasill verrà abbattuto, il mondo
attuale avrà fine, tutto ciò che esiste verrà distrutto per stabilire un nuovo
equilibrio e un nuovo universo.
Il folklore slavo
Yggdrasill, il perno dell'universo nordico |
Il folklore slavo
Se tra i Germani e i Celti è il
frassino l’albero più importante, tra le popolazioni slave sono il larice e la
betulla a fungere da assi del mondo. Queste due specie arboree riprendono
il motivo di matrice uralo-altaica dell’albero cosmico che, crescendo al centro
dell’universo, congiunge i tre livelli del mondo con le sue radici che scendono
nelle viscere della terra e i suoi rami che toccano le nuvole. L'immagine
appartiene a una comune concezione sciamanica presente dalle zone orientali
d’Europa fino alla Siberia. L'albero cosmico è non solo l'asse che unisce
cielo, terra e inferi, ma anche il tramite attraverso il quale lo sciamano è in
grado di uscire dal nostro mondo per salire o scendere attraverso i molteplici
livelli dell'essere. Per le popolazioni siberiane, il larice è l’albero cosmico
lungo il quale scendono il sole e la luna sotto forma di uccelli d’oro e
d’argento. Tale ruolo, però, come si è detto prima, può essere rivestito anche
dalla betulla, che viene incisa con sette, nove o dodici tacche che
rappresentano i livelli celesti. Questa può essere anche connessa talvolta al
sole e alla luna; in questo caso assume la duplice funzione di padre e madre,
maschile e femminile e anche quella di strumento della discesa dell’influsso
celeste.
La quercia del Kalevala
La quercia del Kalevala
La fonte della concezione slava dell’albero
cosmico molto probabilmente deriva dalle popolazioni ugro-finniche, che in
passato si sono insediate nella Scandinavia e in Russia. Nella mitologia di
queste popolazioni, però, l’albero cosmico non è né un larice né una betulla,
ma una quercia, che compare nel Kalevala, un poema epico
finlandese composto da Elias
Lönnrot a metà del XIX secolo. Nel secondo runo, in particolare, si parla di
una quercia gigante che si estende in tutto il mondo, fino a coprire la luce
del sole. Proprio per questo motivo, il saggio Väinämöinen ordina a un piccolo
omino di rame venuto dal mare di abbattere la quercia, affinché il sole possa
ancora scaldare la terra. L’abbattimento della quercia simboleggia la
rottura dell'asse terrestre, la quale va probabilmente collegata con il
fenomeno della precessione degli equinozi, quando il mondo passa da un’era alla
successiva e un nuovo signore del tempo dovrà cedere il posto al vecchio.
Väinämöinen semina la terra per farne uscire i germogli, tra cui la quercia |
Com’è possibile notare, in Europa l’albero cosmico è un motivo che ricorre in culture anche molto diverse tra loro. Del resto, la relazione di questo elemento naturale con il trascendente non poteva essere trascurata; l’albero rappresenta la fertilità, l’abbondanza e il ciclo della natura che si rinnova miracolosamente ogni anno. Ecco perché una semplice pianta riesce a contenere l’infinità dell’universo.
Fonti:
-
BROSSE, Jacques, Storie e leggende degli alberi, Edizioni Studio Tesi, Pordenone,
1989;
- CHEVALIER,
Jean, GHEERBRANT, Alain, Dizionario dei
simboli: miti, sogni, costumi, gesti, forme, figure, colori, numeri,
Rizzoli, Milano, 1986;
- ELIADE,
Mircea, Immagini e simboli: saggi sul simbolismo
magico-religioso, Jaca Book, Milano, 1981;
- ELIADE,
Mircea, Trattato di storia delle
religioni, Bollati Boringhieri, Torino, 2008;
-
GREEN, Miranda Jane, Dizionario di mitologia celtica, Bompiani, Milano, 2003;
-
GUÉNON, René, Simboli della scienza sacra, Adelphi, Milano, 1990;
-
LECOUTEUX, Claude, Dizionario di mitologia germanica, Argo, Lecce, 2007;
- WARNER, Elizabeth, Dèi, eroi e
mostri della mitologia russa, Mondadori, Milano, 1985;
- Celticpedia, “Il bosco sacro celtico”;
- Bifrost, “L’albero cosmico e la sua fauna”;
- Bifrost, “L’albero cosmico: rappresentazione astronomica”;
- Bifrost, “La quercia gigante”;
- Bifrost, “Sulle tracce dell’albero cosmico”.
Dolce Gre! Che spettacolo questo post.. è bellissimo.. veramente. E' proprio vero.. nell'albero ci sono radici, un corpo proteso al cielo.. rami come braccia forti e vigorosi d'esistenza. Non c'è come un albero che possa celebrare il simbolismo della vita.. complimenti cara. Di cuore! Un inno alla rinascita, inarrestabile sin dai tempi antichi! :)
RispondiEliminaEly, in realtà questo post è tratto da un capitolo della mia tesi di laurea ;)
EliminaNon ho messo proprio tutto, ma gran parte del lavoro era praticamente già fatto! (Ecco perché le fonti sono così tante! ;P)
Comunque la cosmologia intorno all'albero è stupefacente, sono tante le civiltà che costruiscono l'universo attorno a un albero! E anche quelle che non lo concepiscono non mancano di considerare l'albero come simbolo di eternità. Che bello, scrivere di queste cose mi fa tornare proprio alle radici dell'umanità, e questa è la parte che più mi piace!
Tu come stai, cara?
Un bacione grande!
Ciao Greta, magnifico questo post! Come ti dicevo mi sei stata d'ispirazione per il mio lavoro, questo è frutto della tua capacità di appassionare un lettore ai tuoi argomenti http://fantasyjewellery1.blogspot.it/2012/12/collier-eden.html
RispondiEliminaFammi sapere cosa ne pensi.
Ciao Serena
Cara Serena, sono davvero lusingata di averti ispirato con questo articolo! E' tratto da un capitolo della mia tesi, uno dei simboli che ho analizzato è stato l'albero e quindi ho cercato notizie sul significato di questo elemento in varie culture...ora passo da te!
EliminaBuon fine settimana!
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiElimina