Anche se avevano creato le isole del Giappone, la storia delle divinità creatrici Izanagi e Izanami non era ancora finita. Ecco la continuazione della loro leggenda.
Izanagi e Izanami |
Izanami
diede alla luce molti altri figli e figlie, che divennero altrettante
divinità. Gli dèi del vento, degli alberi, delle pianure, dei monti,
delle salite, delle vette, delle valli, dei pendii, del mare, della
spuma, delle onde, delle acque, della navigazione, delle costruzioni,
del cielo, della natura e del fuoco. Le Otto Grandi Isole assunsero la
loro fisionomia: si riempirono di monti e di laghi, di piante e animali,
e il paesaggio divenne come è ancora oggi.
Ma
nel dare alla luce il dio del fuoco, Izanami si ustionò il ventre e
morì. La donna fu sepolta sul monte Hiba, nella penisola di Izumo.
Izanagi non si dava pace per la perdita dell'amata, così si mise in
viaggio per lo Yomi-tsu-kuni, il paese dei morti che si trovava nel
sottosuolo. Entrò in una caverna, e dopo aver percorso un lungo
cunicolo, giunse a una strana costruzione che sprofondava ancor più
nelle viscere della terra. Lì, invocò Izanami e la pregò di tornare con
lui, perché non avevano ancora terminato l'opera di creazione.
Dall'oscurità, Izanami rispose al fratello-marito che non poteva
raggiungerlo, perché aveva già mangiato il cibo dei morti. Però, chiese a
Izanagi di attendere e gli intimò di non guardarla.
Izanagi
si dispose all'attesa, ma il tempo passava e dalla botola non venivano
voci. Allora, non potendo più attendere, prese il pettine che portava al
nodo sinistro dei capelli, ne ruppe un dente e vi accese un piccolo
fuoco. Poi diresse il lumicino all'interno della botola e vide Izanami.
Era orrenda come in vita era stata bella. Sul suo corpo si ammassavano
dagli spiriti degli inferi. Il viso era una massa di carni putrefatte,
brulicanti di vermi.
Izanami
gridò di rabbia, poiché guardandola e scoprendo il suo aspetto
orribile, il fratello-marito l'aveva disonorata. Per vendicarsi, colei
che era stata Izanami si trasformò in una furia e tentò di uccidere
Izanagi. Questi fuggì su attraverso un cunicolo e Izanami lo
inseguì, mentre gli spiriti degli inferi la seguivano
con gran fragore. Izanagi le sfuggì per un soffio e,
una volta uscito dal regno dei morti, afferrò una grande
roccia che solo mille uomini avrebbero potuto spostare e bloccò
l'ingresso dello Yomi-tsu-kuni.
Dall'altra
parte della barriera, Izanami maledisse il fratello-marito e la sua
stirpe, dichiarando che da allora in poi, ogni giorno i suoi spiriti
sarebbero andati sulla terra a prendere con sé mille uomini. Da parte
sua, Izanagi rispose che ogni giorno avrebbe generato almeno mille e
cinquecento uomini. Per questa ragione, dunque, tuttora muoiono sulla
terra almeno
mille uomini al giorno, ma d'altra parte ne nascono
più di mille e cinquecento.
Dopo l'infruttuoso viaggio nell'oltretomba, Izanagi provvide subito a purificarsi. Giunto sull'isola
Tsukushi, adempì ai sacri lavacri e dall'abluzione
di ogni suo abito e di ogni parte del suo corpo nacque una
diversa divinità. Vennero così alla luce gli
dèi del pianto, dei dolori, delle strade, dei bivi,
delle spiagge, dei mali, del fondo del mare, della
superficie del mare, dell'alto mare, della morte, dei
banchetti, dei meandri, dei fiumi, ecc.
Dal lavacro del suo occhio sinistro nacque
Amaterasu-ō-mi-kami, la Grande Augusta Divinità
che Regge il Cielo. Dal lavacro del suo occhio destro nacque
Tsuki-yomi-no-mikoto, Sua Altezza la Luna delle Notti. E dal lavacro del suo naso nacque per ultimo
Take-haya-Susano-ō-no-mikoto, Sua Altezza il Maschio
Rapido Impetuoso. Allora Izanagi si tolse la collana di pietre ricurve che
aveva al collo e la diede ad Amaterasu, dicendole: "Tu,
signora, sarai la dea del sole, e governerai la pianura
dell'alto cielo". Poi si rivolse a Tsuki-yomi e gli disse:
"Tu, signore,
sarai il dio della luna, e governerai il regno buio della
notte". Infine parlò a Susano-ō: "E tu, signore, sarai
il dio della tempesta, governerai la pianura del mare".
Fonti:
Wikipedia, voce "mitologia giapponese"; sito internet Bifrost all'url
http://bifrost.it/Sintesi/Kojiki.html#10; documento pdf on-line dal
titolo "L'incontro: cosmogonia giapponese" all'indirizzo
http://www.neverland-judo.it/documenti/incontro.pdf.
Che meraviglia le leggende del Giappone. Interessanti davvero, Gre! (capita proprio a fagiolo.. ho giusto il mio bel da fare col giapponese!) :) Un bacione e continua a deliziarci con questi post!
RispondiEliminaA dir la verità non conosco le leggende giapponesi, ma ho letto di recente un paio di miti e mi sono piaciuti subito!
EliminaStai anche imparando il giapponese? Hai davvero mille risorse, Ely!
A presto, cara!
Bacio!